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sabato 2 maggio 2009

POESIA TEDESCA
GUNTER KUNERT
(1929-2009)


6
Ah, è partito. Prendesse almeno
la via più breve. Verso i salsicciotti senza smisurate
aggiunte di senape. Verso le notti senza l’unica
dovizia di questo mondo, l’angoscia. Andasse per questa
via che conduce
per porte aperte
dietro cui sta in agguato null’altro che devota vacuità.
Procedesse
da sé
e affilasse le forbici finalmente per mozzare tutti
i vecchi fili e corde funi e cavi dai quali
egli
si dimena scuotendosi in orribile danza. Ah, se ne andasse
verso lo sterminato mare di lacrime e prosciugasse
un metro quadrato ah, non per via burocratica per via sbagliata.
E’ partito
é vero ma almeno prendesse la via più breve
che conduce più lontano.

7
Invero egli è partito. Invero può
raggiungere i campi della concreta beatitudine: quelli
del ben saziarsi
delle scarpe di vero cuoio
delle canzoni rauche per la grappa
delle caratteristiche grotte con le Alpi ad olio
alla parete. Ahimè, doloroso e reale là dimora un
altro già presente prima dell’arrivo e struggendosi
si solleva: il serpente primordiale
QUESTONONBASTA
inestirpabile con decreti. Non decapitabile da qualche
Ercole
Non da qualche rivoluzione. Non esorcizzabile con scongiuri.
Non con tamburi pubblicitari. Non con il tam-tam di una scienza.
Non con la tromba di qualche piccolo giudizio universale.
Gunter Kunert
(da: Ricordo di un pianeta, Einaudi Editore, 1970, traduzione di Luigi Forte)