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sabato 30 aprile 2011

POESIA BELGA

HENRI MICHAUX
(1899-1984) 


La  mia vita

Senza me te ne vai, vita mia.
Rotoli,
e io non ho fatto  ancora un passo.
Altrove porti la battaglia.
Mi abbandoni così.
Io non t’ho mai seguita.
Non vedo chiaro nelle tue proposte.
Quel po’ che voglio non me lo porti mai.
E per questa mancanza , a tanto aspiro.
A tante cose, quasi all’infinito…..
Per questo po’ che manca, che ma tu mi porti.
Henri Michaux
(Traduzione di A. Zanzotto, da: Poesia del Novecento in Italia e in Europa, a cura di Edoardo Esposito Feltrinelli, 2000)

mercoledì 27 aprile 2011

POESIA FRANCESE

ANDRE’ FRENAUD
 (1907- 1993)


La vita si raccoglie ad ogni istante
Come un fumo sul tetto
Come il sole scompare dalle valli
come un cavallo a grandi passi
la vita se ne va.

Mio bel disastro o mio bel disastro
o mia vita mi hai troppo risparmiato
Bisognava  disfarti di mattina
come un po’ d’acqua portata via al cielo
come è felice  un soffio d’aria
lungo il volo  ciarliero delle rondini.
André Frènaud

(Traduzione di A. Parronchi, da Poesia Italiana del Novecento in Italia e in Europa, a cura di Edoardo Esposito, Feltrinelli, 2000)

martedì 26 aprile 2011

POESIA TEDESCA

NELLY SACHS
(1891- 1961)


A voi che costruite la nuova casa

Quando innalzerai di nuovo le tue mura
-          Il focolare, il letto, il tavolo e la sedia –
non appendere le lacrime per quelli che se ne sono andati,
che non abiteranno più con te,
alla pietra
non al legno-
ci sarebbe altrimenti un pianto nel tuo sonno
in quello breve, che ancora devi fare.

Non sospirare quando ti fai il letto, -
ai tuoi sogni potrebbe mescolarsi
il sudore dei morti.

 Ah gli arredi e le pareti
sono recettivi come arpe eolie
e come un campo dove cresce il tuo dolore,
e sentono in te il legame con la polvere.

Costruisci, quando scorre la clessidra,
ma non piangere via i minuti
insieme con la polvere
che nasconde la luce.
Nelly Sacks

(traduzione di I Porena da : Poesia del Novecento im Italia e in Europa, , a cura di Edoardo Esposito, Feltrinelli 2000)



sabato 23 aprile 2011

POESIA ITALIANA

ANTONIO SPAGNUOLO
(1931)

Sei corda
riversa  per tensioni,
quasi  il terrore del canto
nel palmo di una mano.
Per un segreto da narrarsi a mezza  sera,
che assale e rasserena,
rapido e tenace,
come le gioie della tua fanciullezza,
io gioco il contagio di emicranie
a sostituire il destino.
Sei corda compressa,
come l’erosione del tempo,
prima  che questa scoria del sole
impazzisca alle prove
delle tue smagliature.
Ormai nel breve soffio
il tuo corpo,
simile al battito di gabbiani,
riappare alle illusioni, alle domande,
e comprendo
che imparerai a baciare anche i fantasmi.
Antonio Spagnuolo

(da: Rapinando alfabeti,  L’assedio della poesia,Napoli, 2001)

XXIV
Ho scelto il notturno fra i rovesci
ed il quartiere
ove scomparire sognando,
ed i richiami ad avvertirti
che il mio cuore invecchia,
e s’accampa  in contrasti
e inonda inatteso il tuo dubbio
nel  lento pavimento di pigrizie
trapunte di ricordi.

Denudavo le lampade,
il perimetro corto delle pene,
per esserti armonioso
scoloravo le strade fra le dita.

Urlo nudo nel segno:
non togliermi notizie.
Antonio Spagnuolo

(da: Dietro il restauro,Ripostes,1993)