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giovedì 9 giugno 2016

POESIA ITALIANA - ANTONIO SAGREDO

                                                             ANTONIO SAGREDO


 Canti del Bardo
 (necchia)                                

 dicembre  2005

 Quando, quando il tempo avrà luogo nell’eternità?

***


 Qui c’è una luce che  tentò di offuscare le tenebre
- un altro martirio che scantona  nei dettagli,
come nella neve la traccia di un calco, l’urgenza 
di un cammino  e un rifugio da celebrare senza fasti.


Non aveva mai compreso nel bene che lo testimoniava
perché era stato trafitto da folle
che non l’avevano amato mai.
Altri avevano reclamato, per me, una grazia plenaria:
un conferimento che come un dono
l’avrebbe sollevato da una materia oscura e disattesa.
Il  mistico pane lievitò una sorpresa irrazionale.


Simulava sul capezzale una sembianza che gli officianti
ornata avevano di melograni, letanie e incensi,
e cosparso ancora vivente e lucido sul corpo
il balsamo di una risurrezione non gradita.


Qui, nei momenti estremi l’interrogativo
discese dalle sfere come una mazzata,
 e decretò una risposta imperiale: mai la morte
dovrà essere un martirio accettato senza lotta!

                                                                                           Antonio Sagredo

Bardonecchia, 23 dicembre 2007

                                                                                                                   a   S. E.     J. Š.
Theotókos

Io per Te, Madre, sono l’infanzia di Dio!
Perché con la fede il corpo si disforma?
È un digiuno degli occhi  questa croce!
Sono gli occhi del digiuno questo calvario!

È da quando ero bambino che Ti consolo sul trono
(Eleusina, tutti i quadri e le icone lo testimoniano)
e ora mi costringi a scendere da questo legno!                                                                                                                                                                                         
Dovevi pensarci prima, Madre!
Una pietà di pietra non Ti  si  addice
da quando avevo il mio cuore così grande.

Da quale Roma fui tradito?
Tu hai la tua Sapientia, e io ho la mia!
Quale Sophia mi vuole conoscere nell’Universo?
Quale Eterno Femminino mi ha ingannato demente
dalle mie origini a un Giudizio che non ci sarà mai?!

Tu invano mi indichi l’altro prima di un incontro,
ma dal sentiero non hai sentito come scricchiola
la mia croce, come se fosse stata sempre la mia culla!
Tu hai la tua che ancora non s’invecchia e Ti consola:
ognuno non si rassegna alla sua, e sogna la Liberazione!

Perché dunque mi hai creato?
Tu che per me sei stata  l’increata!

Per questo, forse, i miei occhi hanno un digiuno di visioni!
Perché,  per la fede, il corpo si disforma?
Io, per Te, Madre, sono stato la memoria di Dio!

Antonio Sagredo
Bardonecchia,  25 dicembre  2007

Krisis

Ancora le Ceneri hanno generato i giorni della Pentecoste
da quando il Tempio fu consacrato ai mercanti delle tenebre
e questo fu un segno di un Dio in disarmo e distratto,
perché la sua delusione stimolò i saggi a giudizi  irrazionali,
come se avessero smarrito nei loro sensi una ragione squilibrata.

La bilancia del Giudizio impazza e non sa che la dismisura:
un destino è un oblio che il tempo traduce in farsa recidiva!
Non ho che una compassione da spargere nelle menti disattese:
per una qualsiasi risurrezione non ho  donato quel diniego
che m’è stato decretato… mai ho sofferto per un martirio artefatto!

Dove Tu hai condotto la tua fede, Tu,  il senza-fede!
Al divino crocicchio hai incontrato tre demoni!
Hai lottato per riaverti dalla terra! Ti sei incarnato -
prima della vita!  Dalla mia soglia ho scacciato le visioni:
avevo fame del concreto, non di paradisi o di mistiche ciarle!

Non ridere,  per me!



                                                                              Antonio Sagredo
Bardonecchia, 25-26 dicembre 2007
(notte fonda, gelida!)


Ti sei appassionato alle Misericordie,
ma non per questo devo esserti  grato.
La visione ha bisogno di tabule concrete,
l’energia che ho sciupato m’ha reso amaro!

Non ho dunque amato invano nessuna storia,
Io, che so le trame e gli intrighi delle Tue Scritture!
L’infelicità non appartiene al Mio delirio:
essere, non è un Mio problema, ma il Tuo!

Gli specchi sono umili e razionali come l’ulivo,
non quello dell’orto fatale che dietro le quinte
impaziente mescolava sangue e linfa, scambiando
le parole dei due attori, invertendo i loro destini. 

Il rancore che Io medito ha un suo alibi imperfetto:
anche la neve è una Immacolata che le tracce nasconde
di chi si tradusse sulla soglia senza testimoni.
Dopo la Fine – il Tutto e il Nulla saranno come prima!


                                                                                                 Antonio Sagredo

Bardonecchia,  26 dicembre 2007
(alba: sgocciolio della luce)


Cristo l’epicureo


Ne faceva di tutti i colori, davvero!
Scambiava perfino Sophia con Maddalena!
Non aveva credito se non con le maschere,
per questo Pierrot era suo intimo amico!

Per  vie sonnolente e nevose  giravano di notte,
mano nella mano, fra chiassetti e  vicoli,
- gelosia di Giovanni! - finché le rosse lanterne sfinivano
i sembianti… ma Colombina, l’ascosa, li rimproverava

con linguaggio da trivio in quella Bettola delle Ceneri,
perché l’ascesis  fosse più eretta nel sudario peloso 
delle notti… l’ultima scintilla fu spenta dal vino!
Sulle pareti pesci e leopardi nel Recinto delle Sofferenze.

Arlecchino rotava il randello come una fabula
e se lo rigirava a suo piacimento… Giudizio          
dell’ultimo giorno, dove sei? quando arrivi? - la data esatta
tradiva lo zelo eccessivo, come una condanna - l’attesa!

L’universo era stanco della sua fine annunciata:
voltò i tacchi e ricominciò paziente il suo dolce refrain.
Non aveva scelta, non voleva il ritorno dell’Eterno,
ma riconobbe il  suo pianto dalla luce - fra le tenebre!


                                                                                               Antonio Sagredo
Bardonecchia, 26 dicembre 2007
(pomeriggio plumbeo)

Ritorno dal martirio


1 – il boia

Non sapeva, lui, a quale santo volgersi, con chi trattare,
diceva: la qualità del supplizio distingue la vittima!
Mi domandò: quale tortura scegli?  E io: la più rapida e dolce.
Allora, per te va bene, la graticola di San Lorenzo!


2 – l’aspirante martire

Gli  dissi: sai, non sono rassegnato, affronto sereno
il martirio nel  nome di non so chi o che cosa.
Un lieve mio sorriso l’aveva ingannato. Allegri
ci scambiammo gli auguri a un futuro a rivederci.


3 - dopo il martirio

Non mi sento affatto sollevato… sono un po’ stanco.
Il boia ha pianto e io l’ho consolato con un bacino
sulle guance, aveva un cuore d’oro, ma in frantumi!
Aveva riso, prima della mia esecuzione!



                                                                              Antonio Sagredo
Bardonecchia, 27 dicembre  2007
(mattino solare)


Il teologo-idiota e Giuseppe Desa

Il colto idiota dal pulpito raccontava bellamente
che la carità è lo stato naturale dell’uomo,
torcendosi sulla philautía, come morso da una serpe!
Giuseppe lo guardava schifato e  con occhio asinesco.

Lui, succube di voli inconsueti, non voluti e non richiesti,
con preghiere, rosari e ceri accesi sugli altari,  attendeva
a un’assenza di teofania, come se la sua ignoranza nota
al mondo fosse  sparsa ovunque, come un peccato da imitare.

Per eccesso di carità lui volava così in alto che gli uccelli
chiesero aiuto a quell’idiota, perché una colta istanza al Principe
dei Martiri almeno un terrore generasse in quel cuore semplice
e mai turbato… ma era caro a tutti gli umili perché le sue mani

erano sporche di sterco di maiale: una fatica devastante
diffondere il verbo alle bestie di cortile! Il teologo è spaventato:
conosce la propria colpa, non la carnalità che combatte bellamente.
Fu un’estasi unica l’ultimo volo di Desa: ne fu gelosa - Santa Teresa!


                                                                                  Antonio Sagredo


Bardonecchia, 27  dicembre 2007
(crepuscolo)


Origine e destino dell’essere non è subire o creare visioni,
come se la volontà fosse un organo sognante della Conoscenza!
Recitavo un requiem ai concetti e alle teorie stralunate,
sapevo che la ragione illuminante è dove non è stata mai!

Non avevo che dinieghi, ricatti oscuri e perfidi misfatti
da raccontare a una folla che applaudiva solo la Menzogna!
Gorgonie e Chimere preparano un banchetto alla Saggezza:
non vogliono essere affamate di profezie e rancide ossessioni.

Portavo a spasso i miei sogni col guinzaglio di credenze certe,
ma Canidia, nella città dei morti, teneva a freno le sue lampade!
Disputavo con le luci antelucane per bandire o esiliare i tramonti,
quando per la mia via consolare vidi trascinarsi un finto martire.

Usava gli strumenti del suo supplizio come campanelli… slogan,
pubblicità spicciola… urlava: i roghi  sono soltanto cristiane leggende!
Ma noi, miei cari, sappiamo in quale chiaro millennio viviamo:
il  cortile dove la nostra vita impazza è segnato dalle nostre origini!    



                                                                                Antonio Sagredo


Bardonecchia,  28  dicembre 2007
(dentro le ore antelucane)


Nemesi

Ancora la maschera languiva per un assolo di archi nell’orchestra,
la viola d’amore affilava gli occhi di Giuditta prima del misfatto,
ma la scena, senza parole, generava astragali e gesti virtuali
perché l’attore  truccasse solo con gli sguardi il festino della sua rovina.

Non ci resta che recitare un calvario per sperare in una farsesca epifania,
la sue parole si sono aggrovigliate sulla lingua come una retorica antica.
Schiodati sono le fini e i principi su quel legno come una finta rivelazione,
non ho che da spartire e spargere la mia arte come sacramenti universali!

Sono giunto alla Stazione del Nulla dove i corvi beccano la mia apoteosi:
non ho voglia di altri succursali, mi basta un quadrante in fiamme per cantare!
Mi hanno applaudito come l’unico evangelo della scena… per la mia liturgia
si sono spellate le mani! -  per l’immacolato martirio della mia Voce! 

Ho spezzato le mie carni in divini gesti come gli atti degli apostoli,                     
le parole ho sminuzzato come ostie  per un rinascimento epicureo,
l’irregolare sostanza del mio delirio è pensiero e preghiera estrema.
La mia infanzia fu già un sacrificio di specchi, di maschere, e sembianti!

                                                                                                   Antonio Sagredo

Bardonecchia, 31 dicembre 2007
(ore quattro del suo ultimo mattino)


                                                                                                                               

                                                                                                                                 a    m. m.

                                                                                                         
Candelabri, che mi donate una vita in ascensione,
una farsa indegna è un canto peregrino
quando il corpo mi distilla un sangue recidivo.
Il sacro  scambio nel banchetto s’è mutato in eros!

Dagli altari sono sceso per offrire alla mia voce
quei gesti inconsueti di una mano destra già recisa.
Una pagana serenità  m’inquieta e mi affligge
se dalla scena mi giunge una buona novella.

Da tempo ho dimenticato la mia morte primigenia,
come una missione la fuga in una cella oscura,
ma il pellegrino nel mondo è un saltimbanco
che dal Regno di Como  lo spirito deforma.

Come un testo classico la sua ventura ha fine
sul ruvido calvario  di una giostra desolata.
Ma testimoni  pure una sola risurrezione la mia parola
e io sarò quella luce che tentò altrove quelle tenebre!



                                                                                     Antonio Sagredo

Bardonecchia, 31 dicembre 2007
( pomeriggio, all’ora terza)


mercoledì 1 giugno 2016

BANDO DI CONCORSO "GUIDO GOZZANO" 2016

XVII CONCORSO NAZIONALE DI POESIA E NARRATIVA
“GUIDO GOZZANO” IN TERZO (AL) – EDIZIONE 2016 –

L'Associazione Culturale “Concorso Guido Gozzano” in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, indice la XVII edizione del Concorso nazionale di poesia e narrativa “Guido Gozzano”.

REGOLAMENTO

Il concorso “Guido Gozzano” si divide in cinque sezioni:
Sezione A - libro edito di poesie in italiano o in dialetto (con traduzione) pubblicato a partire dal 2010.
Può essere inviato un solo libro di poesie per Autore in tre copie. In un foglio a parte vanno inseriti nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail. Saranno escluse le antologie e le opere inviate tramite e-book o files elettronici.
Sezione B - silloge inedita in italiano o in dialetto (con traduzione) senza preclusione di genere. Si possono inviare da un minimo di 7 a un massimo di 12 poesie in quattro copie di cui solo una copia firmata con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail e la dichiarazione che l'opera è frutto del proprio ingegno.
Sezione C- poesia inedita in italiano o in dialetto (con traduzione) senza preclusione di genere con un massimo di tre poesie. I concorrenti devono inviare tre copie di cui solo una copia firmata con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail e la dichiarazione che l'opera è frutto del proprio ingegno.
Sezione D - racconto inedito, fiaba inedita o aforismi inediti in italiano a tema libero (massimo 5 pagine con
spaziatura singola e carattere 12 Times New Roman). I partecipanti potranno inviare l'opera in quattro copie di cui solo una copia firmata con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail e la dichiarazione che l'opera è frutto del proprio ingegno.
Sezione E – In occasione del centenario della morte di Guido Gozzano verrà premiato il saggio o tesi di laurea sulla figura e le opere di Guido Gozzano pubblicati a partire dal 2010. Il saggio deve essere inviato in tre copie; in un foglio a parte vanno inseriti nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail. E' possibile inviare la tesi di laurea via email a concorsogozzano@gmail.com con due files (formato doc o pdf) uno anonimo e uno con i dati anagrafici e la dichiarazione che l'opera è frutto del proprio ingegno.
L'Associazione Culturale “Concorso Guido Gozzano” si prefigge l'obiettivo di conservare e catalogare tutte le opere in concorso presso la Biblioteca Poetica “Guido Gozzano” di Terzo affinché restino a disposizione di studiosi e appassionati di poesia e narrativa.
Gli elaborati dovranno essere inviati entro giovedi 7 luglio 2016 (fa fede il timbro postale) a: Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Guido Gozzano” Via La Braia, 9 - 15010 Terzo (AL).
Sarà dato atto, via e-mail, della corretta ricezione della domanda di iscrizione.
Solo per le sezioni B-C-D- è possibile inviare le opere via e-mail a concorsogozzano@gmail.com con due files
(formato doc o pdf) uno anonimo e uno con i dati anagrafici e la dichiarazione che l'opera è frutto del proprio ingegno.
Sono considerate inedite le poesie, i racconti, le fiabe e gli aforismi pubblicati su siti web, blog e riviste online. Possono partecipare i testi premiati o segnalati in altri concorsi letterari mentre non è possibile partecipare con opere già inviate nelle edizioni precedenti ne iscriversi nella medesima sezione in cui si è risultati primi classificati nel 2015.

La premiazione si terrà presso la Sala Benzi di Terzo (Via Brofferio, 15) sabato 15 ottobre 2016.

QUOTA DI PARTECIPAZIONE

Sezioni A, B, C, D, E : 15 euro
La quota di partecipazione di 15 euro permette l'iscrizione a tutte le sezioni del concorso versando un'unica quota. E' possibile inviare, assieme alla quota di partecipazione, anche un importo aggiuntivo come contributo liberale peraiutare l'Associazione a conservare e catalogare tutte le opere in concorso presso la Biblioteca Poetica “Guido Gozzano” di Terzo.
Per le case editrici la quota di partecipazione è di 15 euro per ogni pacco inviato.
Per i vincitori del primo premio dell'ultima edizione del Concorso di Poesia “Città di Acqui Terme”e della Biennale di Poesia di Alessandria la partecipazione è gratuita.
Il versamento della quota di partecipazione potrà essere eseguito sul conto corrente postale numero 1020106926 intestato ad “Associazione Culturale Concorso Guido Gozzano”, oppure con bonifico bancario a favore dell’Associazione Culturale Concorso Guido Gozzano - coordinate bancarie ABI 07601 – CAB 10400 – c/c 1020106926. IBAN IT47T0760110400001020106926.
La fotocopia della ricevuta del versamento deve essere allegata al plico o inviata via e-mail tramite scansione.

PREMI

SEZIONE A :
Primo classificato: 600 euro e diploma di merito con motivazione
Secondo classificato : 400 euro e diploma di merito con motivazione
Terzo classificato : 300 euro e diploma di merito con motivazione
SEZIONI B, C, D:
Primo classificato: 500 euro e diploma di merito con motivazione
Secondo classificato: 300 euro e diploma di merito con motivazione
Terzo classificato: 200 euro e diploma di merito con motivazione
SEZIONE E :
Al vincitore selezionato dalla Commissione Giudicatrice verrà assegnato un premio di 500 euro e diploma di merito con motivazione.
PREMI SPECIALI
Sezione A : Premio speciale per il miglior libro straniero di poesia tradotto in italiano: farfalla in filigrana e diploma di merito con motivazione
Sezione A : Premio speciale per la migliore opera prima : farfalla in filigrana e diploma di merito con motivazione.

La Giuria ha la facoltà di attribuire Segnalazioni e ulteriori Premi Speciali.
Per ogni sezione verrà individuata una rosa di finalisti che sarà pubblicata sul blog.
La Giuria è composta da: Carlo Prosperi (Presidente della Giuria), Giangiacomo Amoretti, Emiliano Busselli, Gianni Caccia, Cristina Daglio, Mauro Ferrari, Raffaele Floris, Gianfranco Isetta, Beppe Mariano, Massimo Morasso, Alessandra Paganardi, Luisa Pianzola, Giancarlo Pontiggia, Piero Rainero, Stefano Verdino.
La valutazione dei testi inediti è in formato anonimo.
Il giudizio della Giuria si intende come insindacabile ed inappellabile.
I risultati della XVII edizione saranno resi noti a partire dal 27/09/ 2016 con la pubblicazione sul blog
http://concorsoguidogozzano.wordpress.com ; i concorrenti potranno inoltre informarsi, sempre da tale data, telefonando alla segreteria del Concorso (347 4996094 o 0144 594221).
La Segreteria avviserà per telefono o via e-mail solamente i finalisti, i vincitori e gli autori delle opere segnalate.
I vincitori dovranno essere presenti alla cerimonia di premiazione; in caso di indisponibilità potranno delegare altri a partecipare, in loro vece, alla premiazione.
Ai primi tre classificati delle quattro sezioni che risiedono oltre 100 km di distanza da Terzo sarà offerto il
pernottamento presso una struttura ricettiva di Acqui Terme.

Ogni autore con la sua partecipazione e firma accetta il contenuto del presente bando e concede il trattamento dei dati secondo le disposizioni della legge sulla Privacy 675/96 e dell'informativa di cui all'articolo 13 del D.Lgs. N 196/2003 sulla tutela dei dati personali. Il trattamento dei dati è effettuato esclusivamente ai fini inerenti il concorso e per comunicati a carattere culturale. I dati dei partecipanti non saranno comunicati o diffusi a terzi a qualsiasi titolo.