RAFFAELE CARRIERI
(1905-1984)
CHI E' PASSATO PRIMA DI ME
Chi è passato prima di me
Di me ha lasciato orma.
Rintraccio l’esile forma
Del piede che fu mio
Tra il terzo e il quarto
Secolo e corse questi lidi
E si portò dall’altra parte
Oltre le isole e gli uliveti
Sulla rotta dei califfi.
Chi è passato prima di me
Di me ha lasciato ombra
Fuggevole di lunga ciglia.
Ma è questa pupilla
Pigra e un poco torva
Graffia sulla ciotola
Di creta rossa: Nel sepolcro
Guardo il mio occhio
Dal profilo di conchiglia.
Chi è passato prima di me
Di me ha lasciato esigua
Impronta dei corta mano.
Riconosco l’effimera curva
Delle costole e il disegno
Scorretto del ginocchio
Dove la rotula s’ingobba,
Mia è questa caviglia
Che dall’argilla traspare.
Chi è passato prima di me
Di me ha lasciato fresca
Memoria di giuochi.
Riodo il nitrito di centauro
Mattiniero e il suono colgo
Della voce che fu mia
Quando Venere rincorrevo
Affamato e veloce
Nelle grotte d’amore.
Chi è passato prima di me
Di me ha lasciato specchio
Di morte e tazze colme.
Lo spazio ritrovo del mio
Corpo e il lino bianco
Odora di limone: nata
Non era la colomba d’Archita
Quando tra questi ulivi
Mi colse prima morte.
Raffaele Carrieri
(Da:Lamento del gabelliere, Mondadori, 1946, Su Quinta Generazione anno XII 1984, maggio-giugno. nn.119-120)
2 commenti:
vornesti giunga, in cielo, nel tuo cielo, se esiste, il nostro pensiero terreno.
leggasi: ti giunga in cielo, nel tuo cielo, se esiste, il nostro pensiero terreno
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