WISLAWA SZYMBORSKA
(1923)
Doveva essere migliore degli altri il nostro XX secolo.
Non farà più in tempo a dimostrarlo,
ha gli anni contati,
il passo malfermo,
il fiato corto.
Non farà più in tempo a dimostrarlo,
ha gli anni contati,
il passo malfermo,
il fiato corto.
Sono ormai successe troppe cose
che non dovevano succedere,
e quel che doveva arrivare,
non è arrivato.
Ci si doveva avviare verso la primavera
e la felicità, fra l’altro.
La paura doveva abbandonare i monti e le valli,
la Verità doveva raggiungere la meta
prima della menzogna.
Certe sciagure
La paura doveva abbandonare i monti e le valli,
la Verità doveva raggiungere la meta
prima della menzogna.
Certe sciagure
non dovevano più accadere,
ad esempio la guerra
e la fame, e così via.
Doveva essere rispettata l’inermità degli inermi,
la fiducia e via dicendo.
ad esempio la guerra
e la fame, e così via.
Doveva essere rispettata l’inermità degli inermi,
la fiducia e via dicendo.
Chi voleva gioire del mondo
si trova di fronte a un compito irrealizzabile.
La stupidità non è ridicola.
La saggezza non è allegra.
La speranza
non è più quella giovane ragazza
et caetera, purtroppo.
Dio doveva finalmente credere nell’uomo
buono e forte,
non è più quella giovane ragazza
et caetera, purtroppo.
Dio doveva finalmente credere nell’uomo
buono e forte,
ma il buono e il forte
restano due esseri distinti.
Come vivere? - mi ha scritto qualcuno,
a cui io intendevo fare
la stessa domanda.
restano due esseri distinti.
Come vivere? - mi ha scritto qualcuno,
a cui io intendevo fare
la stessa domanda.
Da capo e allo stesso modo di sempre,
come si è visto sopra,
non ci sono domande più pressanti
delle domande ingenue.
Traduzione di P. Marchesani
(da: Poesia del Novecento in Italia e in Europa - a cura di Edoardo Esposito - Editore Feltrinelli, ottobre 2000)
2 commenti:
Grazie di questa bellissima poesia della grande poetessa polacca e per il bel progetto del blog. Io però non sarei del tutto d'accordo sul fatto che la poesia sia un linguaggio oggi poco amato. Lo è solo nel senso che gli editori pubblicano solo i loro amici, ma non la qualità, che pure esiste. Questo accade soprattutto in Italia.
Gentile, Francesca Diano.
Ciò che dice è vero! Critici e poeti, subito dopo gli anni Ottanta, hanno denunciato il grande degrado dell'editoria italiana, più intenta a fare profitti che a produrre qualità
nell'ambito poetico. Provi con il Miolibro Edizioni L'Espresso, tramite Guida Web. Non vincerà il Nobel, nè farà quattrini, ma almeno qualcosa circolerà nelle librerie e tra i lettori.
Cordiali saluti Mario M. Gabriele
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