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venerdì 11 luglio 2014

POESIA ITALIANA

VELSO MUCCI
(1911-1964)



TEMPO E MAREE 
da Continuum 1962-1963 

                                                                                       Will it bloom this year? T.S.Eliot
noi viviamo in un tempo
che la Morte è sospesa

vola un piccione grigio alla lavagna
del cielo di Charing Cross

i più vecchi tra noi
hanno strani ricordi

a quest’ora
nella piana di Pimlico
la Luna alza le strade
e sul Ponte di Londra
le acque umane si gonfiano
da un limo all’altro del fiume

se la memoria indugia
è sommersa

questo è l’ultimo tonfo della chiatta
alla chiatta che attracca
c’è il sottoterra e le domeniche
per covare i ricordi

noi viviamo in un tempo
che la Morte è sospesa
e i più vecchi tra noi
non hanno il cuore facile

se qualcuno verrà dopo di noi
in questi cunicoli
dove i treni biforcano
e i nostri giorni in piena ebbero pausa
sotto il crinale
ventoso della brughiera di Hampstead
non badi alle nostre ossa
ma alla vita che avemmo
per toglier di mezzo la Morte

questo è un tempo che torce ogni nostra ora

è lontano lo sparo
del suicida alla prua della sirena

il futuro è a portata di mano

ma nessuno verrà dopo di noi
a ruspare nel limo
delle basse maree vetri di guinness
o qualche magro rame
d’Elisabetta la Seconda
se al pelo morto delle acque
approda solitario un coccio bianco
dell’umano deterrent

corriamo un Sole basso all’orizzonte
sopra spalti di neve e sulla Terra obliqua
un cielo freddo si schiaccia
fino al ventre delle nostre memorie
………………

                                                                                                             Londra, gennaio-febbraio 1963
(Poesia tratta dal sito: http://velsomucci.blogspot.it/)


1 commento:

Mario M. Gabriele ha detto...

Velso Mucci (1911-1964)fu poeta piemontese d'area neorealista con identificazione sociale e politica ben precisa, tra coscienza di classe e realismo esistenziale. Nella sua poesia emergono influssi poetici di vari autori che caratterizzarono le occasioni tematiche in una conversazione a più voci, e di complessi momenti psicoespressivi. Qui riportiamo un testo tratto dal Blog di Salvatore Lo Leggio.

OTTO DOZZINE DI VERSI
PER IL COMPAGNO VENUTO
A TENERE LA RIUNIONE

I
Il compagno è senza un soldo
Senza un soldo di lontano
È venuto con la pioggia
Con la pioggia e per le strade
Di collina e poi del piano
Con la moto e con la giubba
Con la giubba sua di cuoio
Che è solcata dalla pioggia
Come a marzo una vallata
Il compagno è qui venuto
E ha tenuto
La riunione.

II
Ha tenuto la riunione
Han parlato dei bollini
Dei bollini delle tessere
Han discusso dei problemi
Dei problemi del Comune
Hanno messo insieme i soldi
Per la rata che si deve
Che si deve al fornitore
Che ha fornito il ciclostile
Poi qualcuno ha detto andiamo
Ché alle cinque
Debbo alzarmi.

III
Alle cinque hanno da alzarsi
Per andare a lavorare
Al padrone non puoi dire
Questa notte ho fatto tardi
Nel Partito Comunista
Per discuter dei problemi
Dei problemi del Comune
Dei bollini delle tessere
Delle rate da pagare
Se poi dice il ciclostile
Cose invise
Al padrone.

IV
Ma quest'anno è un mostro il tempo
Se pioveva un'ora fa
Marzo adesso è freddo e nevica
Il compagno che è venuto
Pioggia e fango ha già passati
Con la giubba e con la moto
Fango e pioggia può passare
Ma se nevica è un disastro
E’ un disastro da finire
Da finire dentro un fosso
Con la neve
Nei due occhi.

V
Con la neve nei due occhi
Nei due occhi che hanno sonno
Il compagno resta qui
Resta qui ma senza un soldo
A dormire dove va
La locanda che fa credito
Ma il portone già sprangato
Sulla via che è bianca, è nero
Il portone, è nero il muro
Il compagno senza un soldo
Non può andare
Nell'Hotel

VI
Non può andare nell'Hotel
Questo è chiaro a tutti quanti
Tutti quanti son persuasi
Che il compagno che è venuto
Non può andare non può stare
E continuano a parlare
Dei problemi del Paese
Della guerra della pace
Del Congresso del Partito
Del Partito dell'Unione
Della Cina
Della vita.

VII
Della Cina della vita
Nelle strade che son bianche
Lungo i muri che son neri
Questi qui vanno parlando
Come un tempo già i poeti
I poeti che ora stanno
Chiusi e freddi e muti e stanchi
Senza un soldo dentro il cuore
Con la resa dentro gli occhi
Con la stizza sulla pelle
Di domani
Non si sa.

VIII
Di domani non si sa
Ma lo sanno questi qui
Questi qui lo sanno, che
Ogni giorno un po' lo fanno
Il domani un po' lo fanno
Anche adesso che si parla
Del lavoro e della vita
Mentre portano il compagno
A dormire sopra un tavolo
Del Partito, con la testa
Appoggiata al
Ciclostile.

Pubblicata su “Rinascita” n.5-6, 1956.