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venerdì 22 febbraio 2019

POESIE TRATTE DA "LE FINESTRE DI MAGRITTE"




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E' passato come l'àlbatros di Baudelaire, l'irrequieto Novecento.
A ritroso tornano alla memoria "La Maison Blanche" a Neuville
Saint Vaast,
Guernica e Nagasaki, le ceneri di Gandhi e Irina -
la ragazza dell'Est- che amava l'oiseau et son nid di Georges Braque,
la scarlattina di Max e Joseph il giorno di Natale,
leggendo lunari e piccoli pamphlets
e poi los ninos pobres de Rio,
i pochi versi di Cibulka nell'infamia del secolo:
"Nun kamen sie (e venivano coloro)
mit denen ich gelebt,(coi quali avevo diviso la vita)
sie sturzten (precipitavano)
die Hange des Monte Casino herab (giù per i pendii
di Montecassino)
lauter Gefallene (tutti caduti)
in sandbraumer Uniform" (in uniforme bruno-sabbia)
con gli anni che credevamo non finissero mai
e che ora sono davanti a noi senza più redini e forza.

***
E' strano, o Violetta, come il tempo bruci l'anima e le cose.
Non c'è speranza per nessuno.
Da anni curo il corpo e il Karma dai veleni del quotidiano.
Munch dal suo deserto di silenzio lancia un grido di dolore.

Tu dove sei?
Forse smarrita nella folla dell'ultimo oktoberfest
tra canti ed heineken e le foto della Dietrich sul Der Spiegel,
o nelle buie gallerie del nulla dove è vano trovare un segno
o una sembianza.
Non c'è traccia di te se non nei notiziari di famiglia
e in qualche scaffale della Biblioteca Comunale.
E ho rivisto "Zlatye gory", le parate dell'Armata Rossa,
l'assassinio di JFK con le ultime notizie di Peter Arnett dalla CNN.
E già si è fatto buio e sono sparite tutte le stelle clarite et belle.

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