BARAKA - AMIRI
(1934-2014)
La morte della ragione
Mio nonno era un omone grosso
che lasciò un cadavere ancor più grosso
quando lo uccisero. Matto
com’era, si aggirava per la città di gesso
di notte, declamando le mie poesie.
Oh, per l’amore di chiunque
da ascoltare per il Dio di chiunque. Io sostengo
che questa non è la condizione generale
dell’uomo. Questa non è
l’agonia e la morte di chiunque.
Mi condussero là nella sua giacchetta accorciata.
Guardavo mentre lo calavano giù. Oh,
dio di Chiunque, faceva un freddo tale, e la pioggia
mi veniva addosso così forte. Ma tirai su la giacca
contro la faccia. E diedi un calcio alla cassa:
e i becchini la lasciarono cadere imprecando.
che lasciò un cadavere ancor più grosso
quando lo uccisero. Matto
com’era, si aggirava per la città di gesso
di notte, declamando le mie poesie.
Oh, per l’amore di chiunque
da ascoltare per il Dio di chiunque. Io sostengo
che questa non è la condizione generale
dell’uomo. Questa non è
l’agonia e la morte di chiunque.
Mi condussero là nella sua giacchetta accorciata.
Guardavo mentre lo calavano giù. Oh,
dio di Chiunque, faceva un freddo tale, e la pioggia
mi veniva addosso così forte. Ma tirai su la giacca
contro la faccia. E diedi un calcio alla cassa:
e i becchini la lasciarono cadere imprecando.
TRADUZIONE DI FERNANDA PIVANO
(da casadellapoesia.org)
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