POESIA AMERICANA
HART CRANE
(1899-1932)
Le mele della domenica mattina
A William Sommer
Le foglie ancora cadranno qualche volta
e copriranno il vello
della natura con tutti quei propositi
che sono la tua ricca e fiduciosa
forza di tratto. Ma ora
molte provocazioni alla primavera vi sono
in quel nudo maturo con la testa
alta
in un regno di spade,
con la sua ombra di porpora che esplode
sull'inverno del mondo
dal bianco che grida alla neve la sua sfida.
Davanti al sole un ragazzo corre con il cane,
a cavalcioni della spontaneità che forma
le loro orbite indipendenti, la loro eternità di luce
nella valle dove vivi
(che ha nome Brandywine).
Laggiù ho visto le mele che agitano tutti i tuoi segreti,
—amate mele della pazzia stagionale, che nutrono
le tue domande con aereo vino.
Pónile ancora accanto ad una brocca, con un coltello,
in perfetto equilibrio e pronte all'esplosione
—le mele, Bill, le mele!
Nell'ombra
Fuori nel tardo pomeriggio di colore ambrato,
confuso in mezzo ai crisantemi, il suo
parasole, areostato pallido, oscilla
nell'ombra come una luna in attesa.
La sua trina furtiva e i suoi capelli
vaporosi distillano la luce
sopra la meridiana del giardino, — e poi
ritraendosi indossano l'ombre secondo il suo volere.
Lieve ma all'improvviso lo splendore
delle stelle le avvolge il parasole. E lei
ode il mio passo oltre il crepuscolo verde
più immobile dell'ombre mentre cade.
« Vieni, è già tardi, — è troppo tardi per
rischiare solo il declino della luce:
né la sera può attendere per molto », — ma le sue
parole sono della notte e mie.
Hart Crane
da Il ponte e altre poesie, a cura di Roberto Sanesi, Guanda, Collana La Fenice, 1967
2 commenti:
ah, come poetano gli americani...loro sì che ci sanno fare.
Sono un'altra stoffa!
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