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sabato 23 ottobre 2010

POESIA ITALIANA

G.BATTISTA NAZZARO

(1933)

STROFE PER UN EVENTO

giaceva sul fianco voltata verso il muro

e le pareti erano sporche di sangue;

il resto non conta, il resto non resiste

alla tentazione d’afferrare fulmineamente

la gardenia, lì nel vaso, e infilarsela così,

deliziosamente ghiacciata, nella scollatura;

e c’era l’ingegnere che voleva portare

il rosmarino profumato alla ragazza;

c’era il conte che comprava le terre;

c’era il bambino che nella sabbia bagnata

erigeva un monumento alla cicala;

il dottore, c’era il dottore, quel guardone

in bermuda a fiori celesti sulla sdraio;

il resto era sparso per i villaggi: che era

assente cioè , ch era primavera; con lei

che non reagiva ai profumi e sonnecchiava;

si svegliò quando lui scese dal letto;

poi pensò che fossero surgelati; in buste;

a causa di quella triade un po’ disseccata

che andava matta per gli insetti col calco

di pelle dorata; intanto non si fermavano;

nictofobia= paura della notte e del buio;

l’orologio continuava ad attirare gli sguardi;

Dick era simpatico; anche Otto era simpatico;

e Perry era simpatico; Dick Otto e Perry;

mentre la signorina Giulia era caduta battendo

la testa su di uno spigolo tagliente; aveva

promesso di sposare Perry; e ne venne

una lunga discussione; era la loro specialità,

era stato in un pesce ragno; là andavano

a mangiare; poi entravano in casa;

e poi disse il fatto più importante, la cosa

da tenere a mente; ma non era possibile;

tutto scompariva e tutto si deteriorava

senza rumore; il miglior modo di lottare

contro il rumore è di non farlo; l’acqua

dei fiumi scorre, quella dei laghi sta ferma;

Dick non l’avrebbe mai fatto; Perry sì;

alle 11 le gambe le pulsavano per il dolore;

altra sua caratteristica, la vulnerabilità

nella schiena e poté mostrare la lingua;

ma non ebbe fortuna; da ciò derivano

la prospettiva e lo sviluppo del pensiero

logico; somigliano sempre a sé stessi;

all’osservazione aveva assentito col cenno;

la primavera è una passione; non tarda

a farsi luce in sintonia diretta con la musica

tutt’altro discorso per il tempo e attese

nuovi incontri; ma raramente il parlato

del basso riemergeva; le rughe vanno

curate alo loro apparire con una intensa luce

e pianse; non capiva il mondo correlato;

ma ne valeva la pena per non far dell’asfissia;

il cranio spaccato era un antro ronzante

di congetture; il cerchio si stringeva sempre più;

Gesù le era simpatico; e Marx le era simpatico;

quello che ormai contava di fare era infilarsi

in una tuta e mettersi a passo di corsa;

e s’incamminò tra i tavoli dimenando il bacino;

per il resto, anche le mele sono bacate;

e si afferrò il piede tra le mani; rise di gioia.

G.Battista Nazzaro

(da: Opera Prima : Di un evento 1964-1969, Marcus Edizioni, Napoli, 2010)

(G. Battista Nazzaro è stato negli anni Sessanta uno dei principali protagonisti dell’avanguardia sperimentando poesia visiva e tecnologica e partecipando a mostre nazionali e internazionali con il Gruppo “70” e con l’Operativo “64”).

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' veramente sorprendente come le poesie degli anni settanta riescano a suscitare nella generazione di allora (alla quale appartengo) uno strano agitarsi del tempo, che é ricordo e amore, passione e libertà. Oggi ci circonda un mondo di cui é meglio non tenerne conto. E' un baratro, un vuoto assoluto, non solo in politica, in economia, nell'etica ambientale; ci sono i teatranti, é vero!, i pupari, i torturatori nelle guerre, i rapporti Wikileals,i giovanotti col pullover: meglio se lo usano a "che tempo fa", per dire:dentro o fuori la fabbrica. Il mondo é cambiato da Woodstock. Non abbiamo più futuro. Di questo passo e con l'alto debito pubblico, comanderanno loro: i capitalisti del mondo, già ridimensionati dalla cina. Non é cosa bella! Leggiamo, pure questa "strofe per un evento" per non dimenticare gli anni sessanta: