POESIA ITALIANA
G.BATTISTA NAZZARO
(1933)
STROFE PER UN EVENTO
giaceva sul fianco voltata verso il muro
e le pareti erano sporche di sangue;
il resto non conta, il resto non resiste
alla tentazione d’afferrare fulmineamente
la gardenia, lì nel vaso, e infilarsela così,
deliziosamente ghiacciata, nella scollatura;
e c’era l’ingegnere che voleva portare
il rosmarino profumato alla ragazza;
c’era il conte che comprava le terre;
c’era il bambino che nella sabbia bagnata
erigeva un monumento alla cicala;
il dottore, c’era il dottore, quel guardone
in bermuda a fiori celesti sulla sdraio;
il resto era sparso per i villaggi: che era
assente cioè , ch era primavera; con lei
che non reagiva ai profumi e sonnecchiava;
si svegliò quando lui scese dal letto;
poi pensò che fossero surgelati; in buste;
a causa di quella triade un po’ disseccata
che andava matta per gli insetti col calco
di pelle dorata; intanto non si fermavano;
nictofobia= paura della notte e del buio;
l’orologio continuava ad attirare gli sguardi;
Dick era simpatico; anche Otto era simpatico;
e Perry era simpatico; Dick Otto e Perry;
mentre la signorina Giulia era caduta battendo
la testa su di uno spigolo tagliente; aveva
promesso di sposare Perry; e ne venne
una lunga discussione; era la loro specialità,
era stato in un pesce ragno; là andavano
a mangiare; poi entravano in casa;
e poi disse il fatto più importante, la cosa
da tenere a mente; ma non era possibile;
tutto scompariva e tutto si deteriorava
senza rumore; il miglior modo di lottare
contro il rumore è di non farlo; l’acqua
dei fiumi scorre, quella dei laghi sta ferma;
Dick non l’avrebbe mai fatto; Perry sì;
alle 11 le gambe le pulsavano per il dolore;
altra sua caratteristica, la vulnerabilità
nella schiena e poté mostrare la lingua;
ma non ebbe fortuna; da ciò derivano
la prospettiva e lo sviluppo del pensiero
logico; somigliano sempre a sé stessi;
all’osservazione aveva assentito col cenno;
la primavera è una passione; non tarda
a farsi luce in sintonia diretta con la musica
tutt’altro discorso per il tempo e attese
nuovi incontri; ma raramente il parlato
del basso riemergeva; le rughe vanno
curate alo loro apparire con una intensa luce
e pianse; non capiva il mondo correlato;
ma ne valeva la pena per non far dell’asfissia;
il cranio spaccato era un antro ronzante
di congetture; il cerchio si stringeva sempre più;
Gesù le era simpatico; e Marx le era simpatico;
quello che ormai contava di fare era infilarsi
in una tuta e mettersi a passo di corsa;
e s’incamminò tra i tavoli dimenando il bacino;
per il resto, anche le mele sono bacate;
e si afferrò il piede tra le mani; rise di gioia.
G.Battista Nazzaro
(da: Opera Prima : Di un evento 1964-1969, Marcus Edizioni, Napoli, 2010)
(G. Battista Nazzaro è stato negli anni Sessanta uno dei principali protagonisti dell’avanguardia sperimentando poesia visiva e tecnologica e partecipando a mostre nazionali e internazionali con il Gruppo “70” e con l’Operativo “64”).
1 commento:
E' veramente sorprendente come le poesie degli anni settanta riescano a suscitare nella generazione di allora (alla quale appartengo) uno strano agitarsi del tempo, che é ricordo e amore, passione e libertà. Oggi ci circonda un mondo di cui é meglio non tenerne conto. E' un baratro, un vuoto assoluto, non solo in politica, in economia, nell'etica ambientale; ci sono i teatranti, é vero!, i pupari, i torturatori nelle guerre, i rapporti Wikileals,i giovanotti col pullover: meglio se lo usano a "che tempo fa", per dire:dentro o fuori la fabbrica. Il mondo é cambiato da Woodstock. Non abbiamo più futuro. Di questo passo e con l'alto debito pubblico, comanderanno loro: i capitalisti del mondo, già ridimensionati dalla cina. Non é cosa bella! Leggiamo, pure questa "strofe per un evento" per non dimenticare gli anni sessanta:
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