EDOARDO SANGUINETI
(1930-2010)
“ma Mocky, tornando da St. Lò, si aggiustava i capelli
sulla fronte
(abbiamo bevuto, anche, con Alain Borne di Montélimar, Dròle);
(ma non volle,
la sera, giocare aux Ambassadeurs): poi tutti dormirono, in macchina,
sulla strada Parigi, nell’alta (e poi giù!) notte
(nell’alta nebbia):
(e poi, giù!) amore!
Philippe (disse),
j’ai SOIF!:
attraverso Hebecrevon, Lessay, Portbail), At.Sauver (sotto la pioggia
sempre) poi Edith disse che non era gentile (perché non scrivevo,
come Pierre,
per lei, quelques poèmes; (e che non dovevamo partire); Micheline
ci giudicò molto semplici; e Edith e Micheline, quando io dissi
che non l’avevo
tradita (mia moglie), vollero crederlo;
e qui cade opportuno ricordare
quel;
“se ti buttassi le braccia al collo ecc”, che venne poi
poi si ballò
tutti, anche
Micha, nel salottino, attraverso Cerisy, Canisy, Coutances,
Begneville;
(ma il 12
luglio era chiuso il Louvre, martedì
e scrisse (sopra un foglio
a quadretti)
“pensavo che non posso guardarti in faccia”; e mi dispiace per te)
e ancora scrisse (mia moglie): “sto male”,
e poi a Gap (H.A.),
(due giorni più tardi), storditi ancora, quasi inerti: e pensare (dissi);
che noi (quasi piangendo, dissi): (e volevo dire, ma quasi mi
soffocava,
davvero, il pianto; volevo dire: con un amore come questo, noi):
un giorno (noi); (e nella piazza strepitava la banda; e la stanza era
in una strana penombra
(noi) dobbiamo morire”
Edoardo Sanguineti
(da: Purgatorio dell’inverno, (1964)
2 commenti:
grande...
Non ti dimenticheremo. I lettori del 63.
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