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martedì 8 settembre 2009

POESIA INGLESE
TONY HARRISON
(1934)




Interurbana

II

Per quanto mia madre fosse morta da due anni
papà teneva le sue pantofole a scaldare sul fornello,
metteva dalla sua parte del letto la boule
e le rinnovava la tessera dell’autobus.
Non potevi fargli un’improvvisata, dovevi avvertire.
Si prendeva un’ora per avere il tempo
di togliere d’attorno le cose di lei e sembrare solo
come se il suo amore acerbo fosse un delitto.
Non poteva rischiare lo scontro con la mia incredulità,
per quanto certo di sentire da un momento all’altro la chiave
girare nella toppa arrugginita e liberarlo dal dolore.
Sapeva che lei era solo uscita un attimo a comprare il tè.
Per me la vita finisce con la morte, e basta.
Non siete usciti a fare la spesa tutti e due;
però nel nuovo taccuino di pelle nera c’è il tuo nome
e il numero staccato che ancora chiamo.

(da: Tony Harrison, "V e altre poesie", Einaudi)

Traduzione: Massimo Bacigalupo


Clessidra

L’oro resiste a una fiamma abbastanza calda
per far di te cenere nell’urna standardizzata.
Una busta di tela ruvida, ufficiale,
contiene la tua fede, che non è bruciata.
Papà mi raccomandò di dirgli al St. James
Che l’anello doveva andare nell’inceneritore.
Gli assicurava che si sarebbero rivisti, “dopo”,
quell’”eterno” scritto accanto al loro nome.
Firmai come figlio per il pacco degli indumenti,
impermeabile, vestito, mutande, reggiseno
– l’incaricato telefonò giù: 6-8-8-3-1?
Ha ancora l’anello? (breve pausa) Bene!
Ora è sulla mia mano, il tuo anello brunito…
Sento le tue ceneri, testa, seni, utero, braccia,
scorrere lente attraverso quel cerchio, come nella clessidra
che mi lasciavi guardare per cronometrare le uova.

(da "V. e altre poesie", Einaudi)

Traduzione: Massimo Bacigalupo

1 commento:

Anonimo ha detto...

sì, lui è bravo davvero...