POESIA SVEDESE
HJALMAR GULLBERG
(1898-1961)
HJALMAR GULLBERG
(1898-1961)
TOGLIETE LE FOTOGRAFIE
Togliete le fotografie. Noi morti
siamo sensibili a questo genere di cose
almeno i primi tempi.
Né l’adattamento ha luogo senza sforzo
fino a quella pace di là da ogni ragione, quella pace
che ci avete concesso con l’annunzio mortuario.
Non seccateci più. Il nostro dolore prolunga i funerali.
Il nome e il profilo nel marmo e nel bronzo
quando dobbiamo cambiar forma e linguaggio
sono impacci di cui faremmo volentieri a meno.
Stanotte siamo la neve che cade silenziosa
a falda a falda. Con la faccia premuta
contro il vetro che nome gridi? Non abbiamo un nome.
Togliete le fotografie. Noi morti
siamo sensibili a questo genere di cose
almeno i primi tempi.
Né l’adattamento ha luogo senza sforzo
fino a quella pace di là da ogni ragione, quella pace
che ci avete concesso con l’annunzio mortuario.
Non seccateci più. Il nostro dolore prolunga i funerali.
Il nome e il profilo nel marmo e nel bronzo
quando dobbiamo cambiar forma e linguaggio
sono impacci di cui faremmo volentieri a meno.
Stanotte siamo la neve che cade silenziosa
a falda a falda. Con la faccia premuta
contro il vetro che nome gridi? Non abbiamo un nome.
Jalmar Gullberg
(da:”Poesia del Novecento in Italia e in Europa”, a cura di Edoardo Esposito,Feltrinelli, 2000, traduzione di S. De Cesaris Epifani)
(da:”Poesia del Novecento in Italia e in Europa”, a cura di Edoardo Esposito,Feltrinelli, 2000, traduzione di S. De Cesaris Epifani)
1 commento:
meravigliosa
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