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sabato 23 aprile 2011

POESIA ITALIANA

ANTONIO SPAGNUOLO
(1931)

Sei corda
riversa  per tensioni,
quasi  il terrore del canto
nel palmo di una mano.
Per un segreto da narrarsi a mezza  sera,
che assale e rasserena,
rapido e tenace,
come le gioie della tua fanciullezza,
io gioco il contagio di emicranie
a sostituire il destino.
Sei corda compressa,
come l’erosione del tempo,
prima  che questa scoria del sole
impazzisca alle prove
delle tue smagliature.
Ormai nel breve soffio
il tuo corpo,
simile al battito di gabbiani,
riappare alle illusioni, alle domande,
e comprendo
che imparerai a baciare anche i fantasmi.
Antonio Spagnuolo

(da: Rapinando alfabeti,  L’assedio della poesia,Napoli, 2001)

XXIV
Ho scelto il notturno fra i rovesci
ed il quartiere
ove scomparire sognando,
ed i richiami ad avvertirti
che il mio cuore invecchia,
e s’accampa  in contrasti
e inonda inatteso il tuo dubbio
nel  lento pavimento di pigrizie
trapunte di ricordi.

Denudavo le lampade,
il perimetro corto delle pene,
per esserti armonioso
scoloravo le strade fra le dita.

Urlo nudo nel segno:
non togliermi notizie.
Antonio Spagnuolo

(da: Dietro il restauro,Ripostes,1993)

2 commenti:

Mario M. Gabriele ha detto...

Quello di Antonio Spagnuolo é un universo poetico in continua espansione, sia nella forma che nei contenuti; una materia letteraria direi "cosmica", nel senso di variabili grandezze semantiche,anche sperimentale quando il linguaggio assumeva connotati tipici del Secondo Novecento, dimostrando una fisionomia poetica, plurale e multitematica. Mario M. Gabriele

Anonimo ha detto...

Sarà come dic! ma criticamente su tutta l'opera poetica c'é una ripetizione tematica dove il protagonista é lui stesso. Si direbbe una storia a puntate di una vita personale che non interessa a nessuno. Forse soltanto a lui. Non é odio critico, ovviamente,ma la realtà di un poeta che non ha più nulla da dire se mai l'abbia detto!