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mercoledì 30 dicembre 2009

POESIA ITALIANA
ALFONSO MALINCONICO
(1930)


A James Joyce

I don’t speak English; I haven’t got a dictionary or a grammar;
therefore io parlo in quella lingua che da noi conoscesti
(ricordi la Berlitz School, il triestino, la coscienza senile?)
e che portasti nella tua meglio di come noi la tua a noi.
How many cose devo dirti! Troverò altre parole, quelle
di Dublino che mandasti in giro per l’Europa
idealmente varcando a ritroso le temute Colonne
del tuo e altri Ulissidi, Tu, ora Ulisse di delirio e ragione,
che piegasti alla fantasia numeri, valori negativi,
equazione spazio tempo, luce e velocità, affidando
a sofferti destini l’uomo vano, smarrito nel Dedalo di tomi,
pagine ordinarie fungibili fogli d’avventura infinita,
contratta in dimensione del giorno circolare
verso la notte onirica di Molly Bloom.
Tu, James Joyce, che offristi al mondo,. ammiccando,
per la prima volta l’aggettivo pretty per conquistare
avventure, vieni cantando alla finestra dell’universo
-tra rime, pause, ellissi e passione- la Chamber Music.
Vieni, con ridicoli versi d’amore senza vergogna.
Io ti comprendo con la gente di Dublino e i nostri amici,
da Flann O’Brien a James Stephen a Italo Calvino,
e verserò sulla tua tomba una cascata di fiori sciolti,
le frasi del tuo idioma, io, I don’t speak english.

Alfonso Malinconico
(da:Look, Stranger, Gradiva Publications- Stony Brook, N.Y)

Fuso orario -

Tu mi dici: Ma poi [...] la sera? Questa sera
e tante sere? Le nostre sere? Me lo dici da Bali, ma qui
non è più, o ancora, sera!
Sai, la sera è l'ineffabile rapporto negativo
di una frazione di questo globo immenso
con un raggio di sole.
Ề il privilegio di chi ti sta vicino
nel buio che avvolge le stanze
e porta quei pensieri estranei al giorno
che nella notte, poi,
saranno carezze, peccati, tenerezza.
Ma in questi giorni ormai le sere
non sono che parole.
Te lo ripeto: da Bali, non c'è la nostra sera,
l'appuntamento sincrono
il nostro sincronico silenzio
che si fa sogno, abbandono,
nell'ora che ci chiama e unisce:
il fuso orario è il maledetto inganno del tempo,
frode e spiazzamento;
distanza concreta delle cose
tra la luce e la notte che genera le idee
e riconduce la memoria ai corpi.
Verrà però la congiunzione dei fusi
e l'ora che chiama e unisce;
sarai ancora qui e invocherai la sera,
da sera a sera, di una e tante sere.

Alfonso Malinconico
Testo pubblicato da Poetry Wawe-Dream di Antonio Spagnuolo, 30 dicembre 2009

domenica 20 dicembre 2009

POESIA GRECA
GHIANNIS RITSOS
(1909-1990)


Sera grigia


Mi duole in petto la bellezza: mi dolgono
le luci
nel pomeriggio arrugginito; mi duole
questo colore sulla nube – viola plumbeo
viola repellente; il mezzo anello della luna
che brilla appena – mi duole. Passò un
battello.
Una barca; i remi; gli innamorati; il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati. Non
tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile, – mi fa male
il tempo.


Ghiannis Ritsos
Traduzione di Nicola Crocetti
Il funambolo e la lunaa cura di Nicola Crocetti, introduzione di Ezio Savino
Crocetti Editore 1984, 2005

sabato 19 dicembre 2009

POESIA FINLANDESE
RISTO OIKARINEN
(1978)


In real life I am here


Nella vita reale io sono qui. Della vita monastica non ne so nulla. Ho un posto letto
a Helsinki. La mia ragazza ha chiamato. Il temporale ha fatto cadere la betulla in
giardino sulla sua macchina. Rimasto solo ho cercato conforto nelle scritture dei
padri eremiti. In televisione mamma pinguino vomita cibo per il suo piccolo.
Nell’armadietto del bagno conservo un’icona. Madonna con Bambino impastata di
dentifricio. Api ronzano contro il vetro. Non mi è concesso rinascere. L’amore non è
una cosa che si sceglie.


Risto Oikarinen
da: L'Hermitage - centro studi sulla poesia europea
From: Katumusharjoituksia
Publisher: Gummerus Kustannus Oy, Helsinki, 2008
Translation by Salvo Capestro

giovedì 17 dicembre 2009

POESIA ITALIANA
ALBERTO ARBASINO
(1930)


VILLAGE

Tutto un low cost, infine. Dopo anni e anni in cui per descrivere
un caratteristico look individuale si spiegava
"in blue jeans e scarpe da ginnastica". Aggiungendo magari
"sorseggiando un cappuccino" per intensificare la personalità.
Ora, finalmente, nessuna più spesa per prodotti antieconomici
reclamizzati con bronci e grugni da modelli e veline in pose e sfilate
modaiole. Attigue a proteste e denunce e scioperi e disoccupazioni,
licenziamenti annunciati ed effettuati accanto alle propagande
di fragranze e prét-a-porter per cafoni spenderecci.
Low cost, low cost, in definitiva. Neanche più mezzo euro
per i modellini e piattini pubblicizzati dal "lusso di merda" nella crisi.
Aggiornato - ora per ora - su una quantità di battute e stronzate
momentaneamente mitiche e trendy, cool e cult, fashion e fusion,
smart e soft. Anche nella privacy (o pollaio) della politichetta
mezza - mini - calzetta... Così qualche vintage parrebbe un vantge
di bag e brand e budget e gadget nell'escalation di outlet fast-trolley
on line sostenibile di check-in e pick-up no-cost? Thank you, happy hour.

Alberto Arbasino
Da La Repubblica del 25 novembre 2009, pagina 61
POESIA AMERICANA
SARA TEASDALE
(1884-1933)


Finché posso

Vento, grandine, pioggia tempestosa,
foschia che vela il giorno al suo languire,
d’anima e corpo ogni pena gravosa
finché posso vorrei per te patire.

E se potessi amarti t’amerei
perché in una notte infinita
presto si perderanno i giorni miei
e anche la pena mi sarà proibita.

Sara Teasdale

Traduzione di Silvio Raffo - Il volume di Sara Teasdale,
Gli amorosi incanti, a cura di Silvio Raffo, è di prossima pubblicazione presso Crocetti Editore.