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sabato 24 marzo 2012

POESIA ITALIANA


VASCO PRATOLINI
  (1913-1991)


 
                                     A Luigi Incoronato
Aprile

Con questo tuo figlio che lasciai bambino,
il nastro nero alla manica dell’impermeabile,
abbiamo parlato di te ma a strappi.

Come un fiero segreto.
Tu hai”concluso”, certo, ma credi di aver risolto,
davvero credi che resistere sia facile e “andare avanti”,
non dico per noi, per tuo figlio, meno doloroso?
Domani si laurea, farà il magistrato, hai ragione, forse
ragazzi come lui porteranno giustizia ed è stato
utile vivere questi anni che sono cresciuti.
Vasco Pratolini
da: Almanacco dello Specchio Mondadori  n. 4 -1975


Dicembre

Non  c’è bilancio
Un anno come oggi qui a Torino
si stringe il gelo tra le dita.
Mirafiori ribolle  d’un’ira che adesso
oltre a  conoscerle domina le sue ragioni.
Ieri il cane morto
ai piedi del gran pino era una presenza
Vigilante su Casa Lama dove brindavamo
con vecchi amici.

C’è solo aspettazione.
L’unica certezza è che domani non sarà un altro giorno
come tanti.

Vasco Pratolini

giovedì 1 marzo 2012

Omaggio a Lucio Dalla


Lucio Dalla era un musicista originale, di grande valore che ha inventato uno stile italiano e anche napoletano. Per lui succederà quello che è successo con Gaber e De Andrè: le sue opere migliori verranno studiate e apprezzate, si capisce che è nuova letteratura e poesia”. (Renzo Arbore)



POESIA SPAGNOLA

LUIS GARCIA MONTERO
(1958)


Nei giorni di pioggia

III

Ci visita l’amore. La casa possiede
una memoria cieca
di sole sulle braccia
e la passione, arida d’erba, sulla pelle.

Dobbiamo veramente abbracciarci
in questa mattina grigia d’ogni nostalgia
e patteggiare con la luce
che comincia a disturbarci
sotto le porte
come un guardone nascosto
che dobbiamo sopportare.

Sono troppe cose
.
Si vede che il tempo vola indifferente,
a noi estraneo
che abbiamo parlato tanto della vita
per giungere in tempo ai suoi occhi aperti,
al suo capezzolo rosato
e alla bella volta dei corpi
che cercavamo insieme,
impetuosamente,
aprendo cerniere
con l’impazienza propria degli innamorati.

Il sole
che sembra l’esitante carne delle tue labbra
si avvicina strisciando e mi ricorda
che è ancora possibile rincorrerci
mentre si spengono lente le ultime stelle.

Prima che tu nascessi ed io nascessi
qualcuno dovette vivere in queste stanze,
sopportarle come le settimane,
riempirle di desideri realizzati a metà.

Gente di solitudine.

Forse sarà tutto valso
se un giorno...

Noi
ormai niente abbiamo creato, neppure un focolare.

È più saggio l’amore quando nasce,
quando si incomincia a sentire il mattino,
per il lungo, deserto cammino della tua pelle.

Traduzione di Gabriele Morelli 
in edicola a Marzo  
Poesia n. 269 Marzo 2012 
Luis García Montero La poesia complice 
a cura di Gabriele Morelli
Fondazione Poesia Onlus 2012