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mercoledì 4 novembre 2009

POESIA FRANCESE
ANDRE’ FRENAUD
(1907-1993)


HO COSTRUITO LA CASA IDEALE


Ho preferito la mia casa in pietre asciutte
perché i gattini ci nascano, nella mia casa;
perché i sorci ci stiano bene, nella mia casa,
perché i piccioni vi si intrufolino, perché l’ora inoperosa
vi borbotti a fuoco lento
quando i gran soli vi ammiccano nei cantucci
perché i bambini vi giochino con nessuno
ovverossia col vento caldo i castagni

E’ per questo che non c’è tetto sulla mia casa
né tu né io nella mia casa
né schiavi né padroni né ragioni
né statue né palpebre né la paura
né lacrime né armi né la religione
né alberi, né spesse mura né nulla che per ischerzo
E’ per questo che la mia casa è così ben costruita

Andrè Frènaud
(Da: Quaderno di traduzioni a cura di Sergio Solmi, Einaudi, 1977)

JUDE STEFAN
(1930)


JUDE E JUDITH


E l’inverno Jude? L’inverno è oblio
della primavera ancora qui sotto la neve
dei lillà (o tempo bianco lugubre
uffizio come un bacio rassomiglia
all’odio violentato su belle
labbra abbiette di ladruncola schiacciata
contro un albero mentre rauche
in lento grido svolazzano le cornacchie
essa l’occhio e la carne io la loro sbattente
ossessione!). E questi giusti nomi
d’estate, autunno? La furia di maturare
poi di colpo appassire.

Iude Stefan
(Da Quaderno di traduzioni, a cura di Sergio Solmi, Einaudi, 1977)




DEL TEMPO PRESENTE

Per pietà che mi si dia del tempo! Ma dove mai
sono gli istanti non fuggenti ? Dove
siete voi bei segni del tempo voi qui
ragazze presenti Denise dalle mani
troppo rosse Agnese dai grossi polpacci
Viviane la silvestre, Margot
Irene la gatta la linguetta rude
d’Agathe Bora? In quale paese di gesta
in quale anno di regno ? Dove i vostri occhi quando
da lungi vi si chiama? Dove mai sono i momenti
presenti?


Jude Stefan
(Da Quaderno di traduzioni, a cura di Sergio Solmi Einaudi, 1977)

GERARD NOIRET
(1948)


*
Prima di partire un’occhiata alle luci
infili la testa nella stanza delle figlie
due, a stretto intervallo perché non soffrano
per i puzzles tristi della tua infanzia
Il loro odore più forte
per il fatto che rimangono dai suoceri
il loro odore di biberon, d’urina, di peluches, di lacrime
ti stringe nella sua contraddizione di calma felicità
e d’angoscia.
Dal parto in poi nulla è come prima.


Gerard Noiret
(Dal rumore dei vivi, traduzione di Fabio Scotto, su Poesia , anno XV, Luglio –Agosto, 2002 n. 163, Crocetti Editore)

lunedì 2 novembre 2009

POESIA GRECA
ANTONIS FOSTIERIS
(1953)


IL PLENILUNIO

Niente, non aspetto piú niente da te, cielo,
Dovunque mi aggrappi cado con fragore
Dal tuo tetto d’aria colmo di conchiglie
Dal mazzo arrugginito delle tue stelle;
Una luna spropositata sorge in me
S’ingrossa minacciosa sui miei crinali
Sorgerà un plenilunio a frantumarmi.

Antonis Fostieris
Traduzione di Nicola Crocetti

Nostalgia del presente a cura di Nicola Crocetti
Crocetti Editore 2000