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lunedì 28 maggio 2012

POESIA AMERICANA

SHARON OLDS
(1942)


Morte e morale


Il morire di mio padre non è cosa malvagia.
Non è un bene e non è un male,
è al di fuori del mondo morale, completamente.
Quando le infermiere svuotano il sacchetto del suo catetere,
versando il pallido, ambrato liquido
nella tazza graduata dell’ospedale, non è
né bene né male, è solo
il corpo. Anche il suo dolore, quando il viso
si contrae, e la bocca fa come uno schiocco risucchio
quando le mascelle arretrano
non è qualcosa di cattivo, nessuno gli sta facendo questo,
non c’è colpa e non c’è vergogna,
c’è solo piacere e dolore. Questo
è il mondo dove ha vita di sesso, il mondo
dei nervi, il mondo senza chiesa,
noi lo baciamo in questo luogo, gli pettiniamo indietro i capelli
ingelatinati, sua moglie e io, una
per lato, puliamo il rivolo di
saliva come argilla d’avorio dal lato della sua bocca.
Il suo corpo sente che ci occupiamo di lui
fuori dal mondo della morale, come se
facessimo l’amore con li nei boschi
e sentissimo, lontano, in un campo,
gli inni distanti di un raduno,
più piccoli delle più piccole gocce di rugiada
dei boschi verde scuro sul suo corpo mentre ci abbassiamo per toccarlo.


Sharon Olds
(da Poeti americani - Einaudi - Traduzione di Elisa Biagini)

martedì 1 maggio 2012

POESIA RUSSA

TIMUR KIBIROV
(1955)

Gli anni passeranno. Rammenterai.
E proprio questo alloggio,
il mobilio di compensato e il cavallo
di plastica, e il mio quaderno.

Dove cerco di fissare
tutto questo, e le calosce fradicie
sul calorifero, e il vicino Gosa
e Tomik che si ostina  a pisolare

fra le fresche lenzuola – saranno per te un paradiso.
E luminosa e irraggiungibile
questa meschina e stolida vita,

dove con mamma si bisticcia, e si parla,
contando i rubli, e si dimentica la vergogna
mentre Mnemosine lei continua la sua opera.

Timor KIBIROV
(traduzione di  N. Cicognini da:Poesia del Novecento in Italia e in Europa, a cura di Edoardo Esposito, Feltrinelli Editore, 2000)