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domenica 28 aprile 2019

LE PASSAGE DE COMMERCE




Le passage de commerce Saint Andre’1952-1953 di Balthus. Olio su tela. 294 x 330. 
Collezione privata.
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Si sieda mister Wood.
E’ un piacere parlare con lei.

Le proponiamo le nostre vite
sebbene qualcosa sia rimasta  in noi.

Al Bar Listerin si discuteva di ragazze
bevendo Coca Cola.

Anni di Woodstock 
e della rivolta di Berkeley!

Certi libri come Le parole e le cose di Foucault
erano diventati una biblioteca all’aperto.

Su tutto, rimaneva  il grido di Ginsberg
 con  FREEDOM!

Le vite si divisero
rapportate su Le Monde.

Quale crinale ci aspetta ora,
se anche l’autunno mette a soqquadro mari e terre?

(...)

Appena torna la  luce
riprendiamo il discorso.

Nella cameretta ci sono tappeti e armadi,
vecchi cuscini e arredi.

Dovresti parlare con Adelma
di non buttare più oggetti e cose.

Domani torna la Sinfonia
passando per La Walkiria.

Guardavo le suppellettili,
lo specchio senza inganni di rifrazione.

Chi ha messo fuori uso Wirrwarr
è tornato sul vecchio trampolino.

-Ecco un tavolo per voi-, disse il barman
mettendo in vista il carnet.

“Spazi senza fine terra cielo confusi
tutto immobile non un alito!”chiese Beckett alla troupe.

Ogni giorno Padre Walt si porta una Croce addosso
per non vederla attaccata al muro.

Cosa avrà voluto dire il Signor Eliot
con Sweeney agonista?

Il gilet è pronto.
A destra della tasca c’è la betulla, a sinistra il tulipano.

Nessun mito longevo in famiglia.Daddy si accontentò
dei suoi 69 anni  in una stanzetta dell’Hospital Day.

 (…)

Su  Le passage De Commerce Saint André
ci sono limiti chiusi.

Una bambina gioca con i pupazzi.
Seduto sul marciapiede un uomo osserva.

Pochi frammenti umani
si armonizzano in malinconiche solitudini.

Una sola insegna commerciale
e un cane al centro del vicolo.

Non più di 5 donne nel piazzale
e un giovane con una baguette in mano.

Vicolo cieco, senza uscita.Una finestra aperta.
Palazzi che si guardano in faccia e non dicono nulla.

Una scala. Ma dove porta?
A fianco ad una finestra, c’è una chiave.

Mondo chiuso, senza orizzonti.
Nessuna luce verso l’alba.

A La Court de Rohan,tra il boulevard Saint- Germain
e la Rue Saint Andrè des Arts, si era formato l’occhio di Balthus.

-Sarà sempre così- disse Pierre Klossowski:
-una rievocazione della vita rassegnata a se stessa-.