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giovedì 15 ottobre 2009

ARTURO GIOVANNITTI
(1884-1959)


COLUI CHE CAMMINA

Al di sopra del mio capo, odo il rumore dei passi,
tutta la notte.
Avanti e indietro; vanno e vengono….
Ancora….ancora….ancora….
Tutta la notte; tutte le notti…..
Un’eternità nei quattro passi che vanno; un’eternità
nei quattro passi che tornano e nei brevi,
sempre
uguali intervalli, pesa il Silenzio, la Notte, l’Infinito.
Ché infiniti sono i nove passi di una cella di prigione,
e senza fine è la marcia di colui che cammina,
tra i muri di mattoni gialli ed il rosso cancello di ferro
ingenerando pensieri che non si possono ammanettare
che non si possono segregare, perché errano lontano,
nella luce solare del mondo, ed ognuno di essi va
peregrino verso la meta del suo destino.
T’imploro, fratello mio, perché sono assai stanco
di udire e contare i tuoi passi, e non mi reggo
più dal sonno.
Fermati, riposa, dormi fratello mio, ché l’alba è
assai vicina e non è soltanto la chiave che può
riaprirci il cancello.

Arturo Giovannitti
(da: Quando canta il gallo, Ed. Clemente e Figli, Chicago - 1957)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bella

Mario M. Gabriele ha detto...

coll stuntrA seguito del notevole riscontro su Arturo Giovannitti, si rimanda il lettore al blog: Mario M. Gabriele, (Poeta e Saggista),in particolare nella sezione "Poeti molisani tra Rinnovamento, Trasgressione e Tradizione. dove il profilo del poeta è più ampio e articolato.
Grazie. Mario M. Gabriele.