PHILIP LARKIN
(1922-1985)
VENTO NUZIALE
Il vento soffiò per tutto il giorno delle mie nozze,
e la mia notte di nozze fu la notte del gran vento;
e una porta della stalla sbatteva e ribatteva
tanto che lui dovette andare a chiuderla, lasciandomi
intontita a lume di candela, a sentire la pioggia,
a vedermi la faccia nel candeliere ritorto,
senza però vedere un bel nulla. Quando rientrò,
disse che i cavalli erano inquieti, e io fui triste
che quella notte ci fosse uomo o bestia senza
la felicità che io avevo
Ora che è giorno,
tutto sotto il sole si scompiglia alle raffiche del vento.
Lui è andato a vedere la piena, e io
porto un secchio sbreccato nel pollaio,
lo poso a terra, e guardo intorno. Tutto è vento,
vento che batte per nuvole e boschi, che sferza
il mio grembiule e i panni stesi sulla corda.
Si può reggere a questa gioia raffigurata dal vento,
su cui i miei gesti ruotano come grani su un filo
di collana? Potrò dormire ora
con questo mattino perpetuo che condivide il mio letto?
Potrà mai la stessa morte disseccare
questi laghi nuovi e felici, o porre termine
al nostro chinarci come armenti su prodighe acque?
Philip Larkin
(Traduzione di V. Gentili, da: Poesia del Novecento in Italia e in Europa, a cura di Edoardo Esposito,
II Volume Feltrinelli, 2000)
1 commento:
un poeta, una poesia...
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