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venerdì 9 ottobre 2009

FELICE PIEMONTESE
(1942)


STREGHE (a Patrizia Vicinelli)

di Patrizia Vicinelli ricordo un gesto
di tenerezza, davanti a una fontana
di Pesaro (m’innamorai subito
naturalmente, quando già
aveva deciso che lo spreco
di sé è l’unica fatica
che merita di essere
fatta. Negli ultimi tempi (ma
la saggezza non arriverà, dissi) amava
raccontare le sue avventure, come farebbe
un vecchio esploratore: le fughe,
il carcere, i molti umori, le rivolte, questa
vita di rossori, Anastasia,
anche gli aborti, certo, e
la lunga droga, le persecuzioni, la strega
degli Abruzzi (fu a Tangeri
o a Westminster bridge che
ci venne incontro?). Sono (quasi) sempre
allegra, disse, Il futuro sarà
radioso (aveva
ancora pochi mesi). E almeno
non ci saranno la compassione, la senilità
precoce, irreversibile
è il tempo, nevvero, e certe
le macerie. Chi sa perché

Felice Piemontese
(Su Risvolti, Edizioni Riccardi, quaderni di linguaggio in movimento, Misenum Rain n. 6, 2001)

1 commento:

Anonimo ha detto...

ogni parola vive