PATRIZIA CAVALLI
(1947)
Da: L’io singolare proprio mio
Ah smetti sedia di essere così sedia!
E voi, libri, non siate così libri!
Come le metti stanno, le giacche abbandonate.
Troppa materia, troppa identità.
Tutti padroni della propria forma.
Sono. Sono quel che sono. Solitari.
E io li vedo a uno a uno separati
e ferma anch’io faccio da piazzetta
a questi oggetti fermi, soli, raggelati.
Ci vuole molta ariosa tenerezza,
una fretta pietosa che muova e che confonda
queste forme padrone sempre uguali, perché
non è vero che si torna, non si ritorna
al ventre, si parte solamente,
si diventa singolari.
Patrizia Cavalli
(da Parola plurale, Sossella editore, 2005)
1 commento:
ciao patrizia: un bacio in fronte...
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