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lunedì 27 dicembre 2010


UGO PISCOPO
(1934)


Fughe e silenzi germina la parola

Torna a fiorir la rosa o la favola della parola
mattutino risveglio della sera strazia in rossi barbagli
roride ombre disegna d'acque e di tramonti capelvenere
controluce sulla bianca redola educata tra le aiuole

Ma noi noi tu ed io in avaria alla gialla deriva
ci sconnette e arretra e assenta fuori campo oltre la scena
ombre vane che siamo d'un incarnato d'echi
non si sa dove soli soli eravamo e senza

Smarrita la donna in sé s'acciambella e fugge
strappato alla grazia il garbo di luna degli occhi
tanto può bellor di rosa il tuffo d'un bouquet
che irrompe a la chiusa imposta con un ramicel di fiori

In villa al crocevia dove arsi silenzi controvento
si dissolvono come in specchi labili postille
e illuse orme simulano indizi tracce intrighi
un frullo d'ali di cristallo marezza luci decembrine. (1990)

Ugo Piscopo
(da: La parola negata- Rapporto sulla poesia a Napoli,
di Mario M. Gabriele- Nuova Letteratura, 2005)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un poeta napoletano, con una buona presenza nella storia della poesia del Secondo Novecento.
Carlo De Santis