MARIO M. GABRIELE
Pioggia d’estate come un rap per le strade.
Vetrine di Bulgari
e Gucci
e passi che inseguono la notte
sui marciapiedi di bidoni e falò,
tra locandine di
Brecht e dell’Angelo azzurro
che hanno inchiodato
i nostri sogni oh Marlene,
come i libri di Doblin lasciati sulla panchina,
ombrelli di carta di viaggiatori notturni,
quando piove su
Berlino
e neppure una colomba
riesce a imbiancare la sera
tra profumi d’Arabia e maghrebini spaesati,
che non hanno mai visto
Blade Runner al Babylon.
Ed eri con me sul treno che attraversava l’Europa
di ponti e palazzi
e graffiti sui muri di Potsdamerplatz.
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