FAVELAS
La copia della copia di Narciso sventola
sul fiume rievocato di una reclam.
Nel sottopasso Margerita si rifà le ciglia.
(Uno brucia tutto quel che può durante il giorno
e la sera brucia se stesso. Il programma
è talmente perfetto che l’incognita ingigantisce)
Quindi, mentre il veleno affonda tra le vesti di
Margherita
anche il suo ritratto impazzisce. Non una smorfia
ma il dettato seducente della verità mentre gioca
col rossetto. E scrive t’amo, come fosse carnevale
alle favelas di Rio De Janeiro. I ragazzi senza lambretta
le passeggiate su blocchi di cemento e nemmeno un bar.
Ho lasciato un pettirosso tra le fauci dei dobermann.
Non so come districare l’arsenico dalle ciglia.
Correre in soccorso alla luna che non ce la fa.
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