Alla fine il ragazzo rivelò l’architrave
del mondo,
le meraviglie di Bertram von Minden,
con slang romagnolo disse dove si
trovavano le foglie morte,
le
Fetes Galantes di Verlaine,
a
Bruxelles presso il Caffè Jeune Renard,
piccoli
affreschi ricordavano Renoir,
era
gennaio di gelo e neve,
la
bruna orchestrale davanti ai preludi di Massenet,
ancora
per poco restiamo negli slums,
credimi
quando ti dico che pensavo a te stamane
le
preghiere all’ultimo minuto,
non
sono bastate a fermare i fiumi, e i
tornadi sulle città,
buttata
la bisaccia, pulsa il sangue nelle vene,
se
tu pensi che tornino i passeri a
beccarci un nuovo giorno,
le
feste di quartiere, la movida; ieri sera ho dormito sul tuo sonno,
e
ci sarà una sola fine, un solo principio,
antica
strada la memoria, le cerbottane per
ferire;
ondeggiano
i mesi, gli anni, sotto quest’arco e questa croce
bruciano
i ritorni e ho conosciuto le litanie nei pub,
le
carrozze ferme in strada,uno sotto l’arco del Trionfo,
senza
donne e mascarpè, esile come un giunco,
non
più di un ramo di quercia antica,
Diranno poi come gli son diventate sottili le gambe e le braccia!
la
sera chiude la giornata col viso di un uomo in transumanza,
le
pellegrine nel bosco a cercare i funghi prataioli;
giochiamo
la sorte alla roulette,
fuori
il silenzio attraversa il vicolo, il respiro a metà giro,
c’èra
un salvagente per andare oltre il fiume,
ma
chi ci credeva? l’inverno lasciò troppe crepe
sopra i muri,
Kelin
maledisse il freddo, si fece in quattro per fermare il tempo,
rimandando
ogni cosa dopo il Serenase;
in
una stanza suonavano come a Woodstock,
non
passavano giorni senza chiedere dove fossero Marisa e Abele
lontana
era l’isola del tesoro, perché accadde,
perché
c’era l’ombra alla porta,come a Montpellier
quando
suonava Madame Drupet a strapparci le unghie,
a
morderci la carne?
1 commento:
Tra tanta poesia -mordi e fuggi-, escrescenze mitiche,ed esperimenti alla Lewis Carroll,qui, si ritrova la vera identità poetica che ci aiuta a superare questa prigionia domiciliare.
Posta un commento