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venerdì 20 marzo 2020

Da L'Erba di Stonehenge, 2016



Alla fine il ragazzo rivelò l’architrave del mondo,
le meraviglie di Bertram von Minden,
con slang romagnolo disse dove si trovavano le foglie morte,
le Fetes Galantes di Verlaine,
a Bruxelles  presso il Caffè Jeune Renard,
piccoli affreschi ricordavano Renoir,
era gennaio di gelo e neve,
la bruna orchestrale davanti ai preludi di Massenet,
ancora per poco restiamo negli slums,
credimi quando ti dico che pensavo a te stamane
le preghiere all’ultimo minuto,
non sono bastate a fermare  i fiumi, e i tornadi sulle città,
buttata la bisaccia, pulsa il sangue nelle vene,
se tu pensi che tornino  i passeri a beccarci un nuovo giorno,
le feste di quartiere, la movida; ieri sera ho dormito sul tuo sonno,
e ci sarà una sola fine, un solo principio,
antica strada la memoria, le cerbottane  per ferire;
ondeggiano i mesi, gli anni, sotto quest’arco e questa croce
bruciano i ritorni e ho conosciuto le litanie nei pub,
le carrozze ferme in strada,uno sotto l’arco del Trionfo,
senza donne e mascarpè, esile come un giunco,
non più di un ramo di quercia antica,
Diranno poi come  gli son diventate  sottili le gambe e le braccia!
la sera chiude la giornata col viso di un uomo in transumanza,
le pellegrine nel bosco a cercare i funghi prataioli;
giochiamo la sorte alla roulette,
fuori il silenzio attraversa il vicolo, il respiro a metà giro,
c’èra un salvagente per andare oltre il fiume,
ma chi ci credeva? l’inverno lasciò  troppe crepe sopra i muri,
Kelin maledisse il freddo, si fece in quattro per fermare il tempo,
rimandando ogni cosa dopo il Serenase;
in una stanza suonavano come a Woodstock,
non passavano giorni senza chiedere dove fossero Marisa e Abele
lontana  era l’isola del tesoro, perché accadde,
perché c’era  l’ombra alla porta,come a Montpellier
quando suonava Madame Drupet a strapparci le unghie,
a morderci la carne?




1 commento:

Carlo Silvestri ha detto...

Tra tanta poesia -mordi e fuggi-, escrescenze mitiche,ed esperimenti alla Lewis Carroll,qui, si ritrova la vera identità poetica che ci aiuta a superare questa prigionia domiciliare.