GIOVANNI TESTORI
(1923-1993)
A TE
Se tu m’amassi un po’ di più,
ti giuro
non potrei,
non vivere più.
*
Nella vita
non incontrerai più nessuno.
Il miracolo non si ripete é uno.
Si adagia su di te la sera,
si adagia su di me
la tua affranta, perseguita giovinezza.
Non ci sarà più bellezza;
se tu parti,
non ci sarà più salvezza.
*
Sei tu che hai fatto nevicare?
E per dirmi che mi vuoi davvero stringere,
baciare?
*
Non guardarmi.
Sai che posso piangere,
tremare
E’ solo così che ci possiamo amare?
*
Avremmo percorso insieme
Le strade che attendono
i misconosciuti, i banditi.
Saremmo stati dei vermi, dei cani,
ma la sera, oh amore, la sera
ci saremmo stretti come due poveri figli
nelle nostre tristissime mani…
*
Lentamente ti carichi anche tu
della mia stessa croce.
Affranto sotto il peso
non ti senti triste,
non ti senti offeso.
Sei una pecora che avanza
e non bela ormai più:
sei hai bisogno – mi dici –
la mia felicità prendila tu.
Giovanni Testori
(Da: A te, Almanacco dello Specchio, 1979, su Quinta Generazione, Anno XII-1984, Maggio-Giugno nn. 119-120)
1 commento:
a un amore...
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