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mercoledì 4 novembre 2009

JUDE STEFAN
(1930)


JUDE E JUDITH


E l’inverno Jude? L’inverno è oblio
della primavera ancora qui sotto la neve
dei lillà (o tempo bianco lugubre
uffizio come un bacio rassomiglia
all’odio violentato su belle
labbra abbiette di ladruncola schiacciata
contro un albero mentre rauche
in lento grido svolazzano le cornacchie
essa l’occhio e la carne io la loro sbattente
ossessione!). E questi giusti nomi
d’estate, autunno? La furia di maturare
poi di colpo appassire.

Iude Stefan
(Da Quaderno di traduzioni, a cura di Sergio Solmi, Einaudi, 1977)




DEL TEMPO PRESENTE

Per pietà che mi si dia del tempo! Ma dove mai
sono gli istanti non fuggenti ? Dove
siete voi bei segni del tempo voi qui
ragazze presenti Denise dalle mani
troppo rosse Agnese dai grossi polpacci
Viviane la silvestre, Margot
Irene la gatta la linguetta rude
d’Agathe Bora? In quale paese di gesta
in quale anno di regno ? Dove i vostri occhi quando
da lungi vi si chiama? Dove mai sono i momenti
presenti?


Jude Stefan
(Da Quaderno di traduzioni, a cura di Sergio Solmi Einaudi, 1977)

1 commento:

Anonimo ha detto...

bella questa, mi ricorda Villon...