Non
è proprio una bella giornata, Edmund,
se
oggi il colore bianco è uguale al nero
e
il silenzio è un chiasso nel cielo di
settembre.
Fuggono
le Erinni,
qualcuna
resiste sul picco del Matese.
Ci
hanno stancato le braccia, le gambe senza osso.
Statico
è l’occhio di Averna, fisso alla finestra
a
guardare chi è fuori e dentro il tempo.
Forse
un addio dovevamo dirlo a Sullivan
quando
partì per Burkina Faso.
Se
ripenso a Joyce
torna Molly Bloom,
donna pretty
come in To mother di Lowell
quando
ne fece un quadro underground,
così
pure per Josephine Beaubarnais,
la femme militaire
sulla
soglia del dolore e della dolce vita.
Pretty, ma se fosse così anche
la morte
le
regaleremmo un vasetto Revitalift
sulle
rughe del viso.
Con
queste vendette del tempo
non
andiamo al di là dell’Ipermercato,
con i coupons
e Postepay a comprare
tutto
il buono del Paese e le valigette
con
colori a cera e acquerelli,
per
dipingere di nuovo il Mondo,
bianco
e senza macchie,
come il picco alto di Annapurna.
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