Cerca nel blog

domenica 4 ottobre 2009

MARIANO BAINO
(1953)


Pinocchio fuggitore
all’alba, nel levare
chiodoso delle gambe

in un odore
elettrico, che ha un filo
di preumano

(il gesto
della fruga, l’ora)

a salti di capretto. di puledro
stincoso o di felpata lepre

fughe
in nebbie, brume del fuggire
cose che t’inseguono,
a inseguirle
fuggono, vaghe anch’esse

dell’utopica
figura del fagotto, i tacchi
alzati,
via

dai troppi
padroni, troppi
cacciatori

la strada di pinocchio
tra le case
taglia, s’inoltra
nei vicoli incrociando
quartieri, s’inerpica in salita,
rampa
sugli azzurrognoli contorni della city
come in rollanti corridoi di Josef K.

surriscaldato legno di pinokkio, pianta
stremata, fruscula nel vento
strapazzone

su terrazze condominiali, cieli o terre
di nessuno, a balzi lunghi
da fare i vermi

biancheria per aria,
in asciugata
in aria dove alte
gru sorvegliano

cancellerie parcheggi assi
pedonali, in cima a un monte
d’immondizia oveggia
un uovo

Mariano Bàino
(da Pinocchio (moviole) Introduzione di Francesco Leonetti, Manni Editore, 2000)

Nessun commento: