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martedì 28 ottobre 2008

IOSIF ALEKSANDROVIC BRODSKIJ
(1940 1996)



II

Una lunga alba. Il marmo freddo e nudo come le anche
della nuova Susanna, al momento di entrare nell’acqua,
si sente il ronzio delle cineprese
di nuovi vecchioni. Due o tre grassi piccioni
si staccano da un capitello e in volo
si trasformano in gabbiani è ciò
che si paga a volare sull’acqua o è calunnia che un letto
narra assonnato a un soffitto.

Iosif Aleksadrovic Brodskij
(Traduzione di G.Guerrini, su Crono Poesia, 1990)

VIII

Scrivo questi versi su una sedia bianca all’aperto
con la sola giacca addosso in inverno
dopo aver bevuto molti bicchieri
allargando gli zigomi con frasi in madrelingua.
Il caffè si raffredda nella tazza.
Sciaborda la laguna, castigando con minimi sprazzi
la torbida pupilla che fissa nel ricordo
questo paesaggio in grado di fare a meno di me.

Iosif Aleksandrovic Brodskij

(Traduzione di G.Guerrini, su Crono Poesia, 1990)

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