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lunedì 27 ottobre 2008

PAUL VERLAINE
(1844-1896)


1-18

E ho rivisto il bimbo amico: m’è sembrato
che nel mio cuore s’aprisse l’ultima ferita,
quella il cui dolore più squisito m’assicura
d’una morte desiderabile in un giorno consolato.

La buona freccia acuta e la sua freschezza che dura!
In quegli istanti eletti, esse han destato
i sogni un po’ grevi dello scrupolo annoiato,
e tutto il mio sangue cristiano cantò la Canzone pura.

Odo ancora, vedo ancora! Legge del dovere
sì dolce! Alfine so che sia udire e vedere.
Odo, vedo sempre! Voce dei buoni pensieri!

Innocenza, avvenire! Savio e silenzioso,
come v’amerò, voi premute un istante,
belle piccole mani che chiuderanno i nostri occhi!

Nota di Verlaine:- Parigi, giugno 1881, dopo un incontro
con il mio piccolo Georges-

(da: “Sagesse”,” I Poeti maledetti”, a cura di Clemente Fusero, dall’Oglio, Editore, Milano, 1955)

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