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lunedì 12 ottobre 2009

HELLE BUSACCA
(1915-1996)



*

E perché dovrei andare in grecia
o a creta o in egitto o a siviglia,
e perché sognerei
gli atolli dalle verdi lagune,

mio fratello non è là.

I suoi occhi infinitamente tristi
infinitamente dolci in cui brilla
quel radioso sorriso,
questo universo senza pupille
non sapeva che cosa farsene.

E la sardegna, sì, paola,
un tempo, è bella, avrei potuto scriverti;
ma ora,
..............ed è questo che vorrei che udissi,
aldo che dormi accorato ancora
di ciò che non avesti,
....................................................non è che limo
e cenere come ogni cosa: bello e gentile,
nulla, se non quel nulla ch'è un cuore d'uomo.

Helle Busacca
(Dal Blog Blanc de ta nuque di Stefano Guglielmin)



TV
(Revival anni 40)

Come se n’é andata la nostra vita,
Aldo, perduta, sprecata,
eppure sempre meravigliosa
anni”40, “40”)
quando era giovane nostro padre,
quando eravamo ragazzi noi,
e siamo già nell’ottantacinque,
io qui nel risucchio, tu chi sa dove.

Helle Busacca
(Su Progetto di curva e di volo, a cura di Domenico Cara, Laboratorio delle arti, Milano, 1994)

3 commenti:

Marco Bellini ha detto...

Molto bella la seconda poesia grafritata di umana tristezza e senso del dolore.

Marco Bellini ha detto...

errata corrige leggasi:
Molto bella la seconda poesia grafitata di umana tristezza e senso del dolore

Anonimo ha detto...

sì bella davvero la seconda, e sa come fermarsi, e quando...